Discussioni tra correnti

Oggi subtropical e polar jet confabulano, concertano e chiacchierano tra loro, ma senza scendere troppo in confidenze.
Del resto sono due soggetti profondamente diversi e caratterialmente poco compatibili.
Accade spesso però, specie nella stagione “fredda” quando il getto polare, soggetto estroverso, disinvolto, ma anche indisciplinato, smodato, ribelle, dalla personalità contrastata (del resto si ciba di gradienti termici e non di rado alza il gomito) osa talora sprofondare verso le basse latitudini andando ad importunare le proprietà di pertinenza di quello subtropicale, soggetto più riflessivo, razionale, coerente, diligente (del resto si nutre di momento angolare). Intromissione non gradita, ma per l’irrequieto vivere (entrambi sparano venti a 150 nodi e passa se vogliono, quindi quiete poca), un punto d’incontro dovrà pur essere trovato.
Borg contro McEnroe; Van Basten contro Maradona.
Si convive ma senza matrimonio, ci si sopporta insomma.
Purchè duri poco però.
Per un doc più serio sui dialoghi tra i due torna buono questo https://courseware.e-education.psu.edu/…/…/Section04p06.html;
anche se con riferimenti oltre oceano, ma la sostanza cambia poco.
Oppure chiedere a Krishnamurti che già dal lontano 1961 si lambiccò non poco le meningi per dirimere i contenziosi tra i due soggetti.

Pierluigi Randi – Meteoromagna.com

Si chiude l’Inverno Meteorologico 2016-2017

E con oggi si chiude l’inverno meteorologico 2016-2017, sul quale, in merito ai dati termo-pluviometrici rilevati al suolo in regione, si tornerà più avanti.
Uno spunto interessante, grazie ai dati “pronta cassa”, può venire dall’andamento delle temperature in libera atmosfera sul piano isobarico standard di 850 hPa (quota di circa 1500 m in realtà variabile in base alle dinamiche atmosferiche, ma standardizzando rimaniamo sui 1500 m e amen).
Analizzando (molto sommariamente) i dati dei radiosondaggi di S.P. Capofiume (BO) relativamente alle ore 00 GMT dal primo dicembre 2016 al 28 febbraio 2017 emerge un valore medio stagionale di 1°C tondo tondo (0.98°C per i precisini), di 0.6°C superiore alla media calcolata dal 1989-1990 (inizio della serie storica dei dati disponibili) al 2015-2016, che è di 0.4°C.
Pertanto, nonostante gli “sfo
rzi” di gennaio, l’inverno 2016-2017 termina, a quella quota, leggermente mite, anche se non ai livelli dei 3 che lo hanno preceduto, piazzandosi al decimo posto come più mite su una serie storica che conta 28 anni.
Il valore più basso della stagione è stato toccato il 7 gennaio con temperatura di -11.5°C; quello più elevato il 26 dicembre 2016 con dato di 11.0°C.
Osservando la stessa serie storica si nota come l’inverno più freddo sia stato quello del 2005-2006 (valore medio di -2.0°C; una stagione che pochi ricordano); seguito dal 1990-1991 (-1.4°C); mentre il più mite risulta quello dei 2015-2016 (3.0°C), cui seguono il 2006-2007 (2.7°C) e 2013-2014/1989-1990 ex-aequo (2.5°C)).

 Il trend termico al rialzo della stagione invernale è comunque alquanto evidente (tratteggio fucsia), anche se non ai livelli di quello estivo, collocato tra l’orrido ed il raccapricciante (vedere anche il grafico estivo allegato).
Nota a margine: mancano i dati dal 10 al 23 dicembre 2016; per colmare tale “buco” sono stati considerati i valori di reforecast del LAM Moloch 1.5 km CNR-ISAC, ma possiamo confidare su un errore sostanzialmente trascurabile.
E dopo la litania stagionale bu
ona primavera a tutti, con l’inverno 2016-2017 che ci saluta con un alito di libeccio (che nelle nostre lande romagnole si traduce in fohn appenninico; anzi, nel corso della giornata tenderà a ruggire, specie sui rilievi e fascia pedecollinare) e temperature già belle miti fin dal primo mattino.

Pierluigi Randi
Meteoemilia.com / Meteoromagna.com

 

Altro Venerdì, altro giro.

Altro venerdì ed altro giro.

Vediamo domani cosa produrrà il veloce ingresso e transito di una nuova saccatura nord-atlantica con annessa la classica ciclogenesi orografica e relative ondulazioni frontali nonchè la sua bella “lama” di IPV.

C’è anche una simpatica “pennellata” o “sbandierata” di libeccio (o garbino come lo chiamiamo in Romagna) avanti il fronte, che però è particolarmente apprezzabile solo al di sopra dell’inversione termica (nel caso in figura piano isobarico di 850 hPa); insomma il nostro caro garbino riesce a “galleggiare” sopra il “coperchio” inversionale, almeno fino a quando quest’ultimo non viene rimosso.

Per il resto una piovutina ci sta tra il pomeriggio-sera e la notte di domani (forse qualcosina già dal mattino), ma il passaggio sembra rapido e già risolto dalla tarda mattinata da sabato.

Ai beachvollari, happyouristi, chiappettardi e spacciatori di cocco ed anguria da rena che già implorano l’arrivo del solleone e della canicola scorticandomi l’anima, chiedo di portare pazienza o al limite di imbarcarsi verso Sebha, e cortesemente rimanervi.
Prima dell’estate, peraltro, c’è da affrontare la primavera.

Pierluigi Randi – meteoromagna.com
 

Trenini meteo di fine inverno?

La stagione invernale si avvia alla conclusione (la primavera meteorologica inizia il primo marzo) e come di consueto, con l’approssimarsi di quella nuova, le medie latitudini vedono aumentare il “traffico”.
Le masse d’aria sub-tropicali cominciano a migrare verso latitudini più settentrionali, ma nel contempo sono ancora ben attive quelle polari ed artiche.
Ed ecco che tra ocean
o Atlantico e continente europeo si danno appuntamento, a stretto giro, tre masse d’aria ben definite molto diverse tra loro: sub-tropicale (in questo caso marittima, mTW) convogliata dalla fascia delle alte pressioni appartenenti alla circolazione di Hadley; polare fredda (sempre marittima, mPK), che si alterna con quella subropicale attraverso le onde depressionarie delle medie latitudini o se vogliamo lungo il fronte polare (che poi sarebbe la circolazione di Ferrel di antica memoria); artica ancora più fredda (in questo caso marittima, mAK) convogliata dagli anticicloni che ancora risiedono nei pressi del circolo polare artico.
Tre masse d’aria che interagiscono originando due treni di onde depressionarie e rami frontali caldi, freddi ed occlusi in successione (uno tra mTW e mPK, un secondo tra mPK e mAK), i quali viaggiano su binari paralleli ed anche alquanto velocemente (la corrente a getto ad alta quota viene assai “stimolata” a dare gas in queste condizioni ove i gradienti termici picchiano duro).
Ed ecco che il quadretto dipinto dal Deutscher Wetterdienst e valido per domani, con i due trenini ben visibili, ha un nonsochè di fine stagione nonostante il notevole dinamismo.

Pierluigi Randi
meteoromagna.com

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