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Si chiude l’Inverno Meteorologico 2016-2017

E con oggi si chiude l’inverno meteorologico 2016-2017, sul quale, in merito ai dati termo-pluviometrici rilevati al suolo in regione, si tornerà più avanti.
Uno spunto interessante, grazie ai dati “pronta cassa”, può venire dall’andamento delle temperature in libera atmosfera sul piano isobarico standard di 850 hPa (quota di circa 1500 m in realtà variabile in base alle dinamiche atmosferiche, ma standardizzando rimaniamo sui 1500 m e amen).
Analizzando (molto sommariamente) i dati dei radiosondaggi di S.P. Capofiume (BO) relativamente alle ore 00 GMT dal primo dicembre 2016 al 28 febbraio 2017 emerge un valore medio stagionale di 1°C tondo tondo (0.98°C per i precisini), di 0.6°C superiore alla media calcolata dal 1989-1990 (inizio della serie storica dei dati disponibili) al 2015-2016, che è di 0.4°C.
Pertanto, nonostante gli “sfo
rzi” di gennaio, l’inverno 2016-2017 termina, a quella quota, leggermente mite, anche se non ai livelli dei 3 che lo hanno preceduto, piazzandosi al decimo posto come più mite su una serie storica che conta 28 anni.
Il valore più basso della stagione è stato toccato il 7 gennaio con temperatura di -11.5°C; quello più elevato il 26 dicembre 2016 con dato di 11.0°C.
Osservando la stessa serie storica si nota come l’inverno più freddo sia stato quello del 2005-2006 (valore medio di -2.0°C; una stagione che pochi ricordano); seguito dal 1990-1991 (-1.4°C); mentre il più mite risulta quello dei 2015-2016 (3.0°C), cui seguono il 2006-2007 (2.7°C) e 2013-2014/1989-1990 ex-aequo (2.5°C)).

 Il trend termico al rialzo della stagione invernale è comunque alquanto evidente (tratteggio fucsia), anche se non ai livelli di quello estivo, collocato tra l’orrido ed il raccapricciante (vedere anche il grafico estivo allegato).
Nota a margine: mancano i dati dal 10 al 23 dicembre 2016; per colmare tale “buco” sono stati considerati i valori di reforecast del LAM Moloch 1.5 km CNR-ISAC, ma possiamo confidare su un errore sostanzialmente trascurabile.
E dopo la litania stagionale bu
ona primavera a tutti, con l’inverno 2016-2017 che ci saluta con un alito di libeccio (che nelle nostre lande romagnole si traduce in fohn appenninico; anzi, nel corso della giornata tenderà a ruggire, specie sui rilievi e fascia pedecollinare) e temperature già belle miti fin dal primo mattino.

Pierluigi Randi
Meteoemilia.com / Meteoromagna.com

 

Trenini meteo di fine inverno?

La stagione invernale si avvia alla conclusione (la primavera meteorologica inizia il primo marzo) e come di consueto, con l’approssimarsi di quella nuova, le medie latitudini vedono aumentare il “traffico”.
Le masse d’aria sub-tropicali cominciano a migrare verso latitudini più settentrionali, ma nel contempo sono ancora ben attive quelle polari ed artiche.
Ed ecco che tra ocean
o Atlantico e continente europeo si danno appuntamento, a stretto giro, tre masse d’aria ben definite molto diverse tra loro: sub-tropicale (in questo caso marittima, mTW) convogliata dalla fascia delle alte pressioni appartenenti alla circolazione di Hadley; polare fredda (sempre marittima, mPK), che si alterna con quella subropicale attraverso le onde depressionarie delle medie latitudini o se vogliamo lungo il fronte polare (che poi sarebbe la circolazione di Ferrel di antica memoria); artica ancora più fredda (in questo caso marittima, mAK) convogliata dagli anticicloni che ancora risiedono nei pressi del circolo polare artico.
Tre masse d’aria che interagiscono originando due treni di onde depressionarie e rami frontali caldi, freddi ed occlusi in successione (uno tra mTW e mPK, un secondo tra mPK e mAK), i quali viaggiano su binari paralleli ed anche alquanto velocemente (la corrente a getto ad alta quota viene assai “stimolata” a dare gas in queste condizioni ove i gradienti termici picchiano duro).
Ed ecco che il quadretto dipinto dal Deutscher Wetterdienst e valido per domani, con i due trenini ben visibili, ha un nonsochè di fine stagione nonostante il notevole dinamismo.

Pierluigi Randi
meteoromagna.com